Stavo registrando il nuovo disco, fatto di nuove canzoni, in inglese, spagnolo, italiano. Anche in calabrese. Ma mi sono fermato.
Ho pensato che avrei dovuto riscrivere, ovvero, risuonare e ricantare alcune canzoni del mio repertorio. Alcune fra quelle più belle, ma anche più bisognose di cure.
Roba uscita nel 2007, quindi concepita anche prima. Fino al 2012.
Tutto questo nomadismo linguistico mi stava delocalizzando. Dovevo prima chiudere un cerchio. Per aprirne un altro.
L’unico inedito è G.D.A., Giuseppe D’Ambrosio Angelillo. Filosofo, poeta, libraio. Figura emblematica. Marginale e cocente.
Non volevo mediazioni e ho fatto tutto da solo: registrato, suonato, prodotto.
Mio fratello Alessandro Esposti ha suonato la fisarmonica.
Mio fratello Emmanuele Landini ha mixato e masterizzato.
Il “coro” del Centro Diurno Disabili “Solidarietà” di Marnate ha cantato il finale di Santa Libertà. Il regalo più bello. Liberatorio. Quel pomeriggio del 30 Agosto 2019, ho capito perché ho scritto queste canzoni. Il senso di un percorso lunghissimo e accidentato.
Lì davvero il cerchio si è chiuso.
E l’oro si è fatto vermiglio.